Il coaching è una disciplina sempre più diffusa, spesso confusa con la psicologia e la psicoterapia. Ma quali sono le sue vere radici? E in che modo il mental coach aiuta le persone a migliorare la loro performance e a sviluppare il proprio potenziale?
In questo articolo esploreremo la storia del coaching, le differenze con psicologia, psicoterapia e psichiatria, e approfondiremo il concetto di performance, intesa non solo come raggiungimento di un obiettivo, ma come processo di formazione della propria identità.
1. Il Significato Profondo della Performance
2. Le Radici Storiche del Coaching
3. Psicologia, Psicoterapia, Psichiatria e Coaching: Le Differenze
4. Il Ruolo del Mental Coach
5. Il Caso della Squadra di Sitting Volley
6. Il Metodo di Coaching: un approccio specifico
7. Il Coaching Come Branca della Psicologia
1. Il Significato Profondo della Performance
La parola performance deriva dall’inglese to perform, che significa compiere, realizzare, portare a termine. Questo termine ha origini nel francese antico parformer (XIII secolo), con il significato di completare, eseguire.
Sebbene l’etimologia della parola sia legata all’idea di esecuzione, possiamo reinterpretare il concetto di performance rispetto alla sua struttura, ovvero per-formare:
– Dare forma alla propria identità , accogliendo talenti e limiti.
– Sviluppare il proprio potenziale, lavorando su punti di forza e aree di miglioramento.
– Integrare ogni parte di sé senza rifiutare fragilità o aspetti complessi della personalità .
Solo dopo questo processo, l’azione diventa efficace: il coaching non è solo un metodo per migliorare le prestazioni, ma un percorso di crescita e consapevolezza.
2. Le Radici Storiche del Coaching
Dalla Maieutica a Whitmore: un Percorso Millenario
Le basi del coaching possono essere fatte risalire a oltre duemila anni fa:
- La Maieutica Socratica: Socrate non dava risposte, ma aiutava i suoi allievi a trovarle dentro di sé. Questo principio è alla base del coaching moderno.
- Mens sana in corpore sano: gli antichi Romani avevano già individuato il legame tra mente e corpo. Un buon equilibrio mentale richiede alimentazione sana, riposo adeguato, attività fisica e allenamento mentale attraverso il pensiero e la riflessione.
- Carl Gustav Jung e il processo di individuazione: l’idea che ogni individuo abbia un potenziale inespresso che può essere sviluppato.
- Timothy Gallwey e il coaching sportivo: negli anni 70, Gallwey dimostrò che il vero ostacolo alla performance sportiva e’il dialogo interno negativo, più della preparazione tecnica.
- John Whitmore e il modello GROW: ha introdotto un metodo strutturato per migliorare la performance attraverso obiettivi chiari e crescita progressiva.
3. Psicologia, Psicoterapia, Psichiatria e Coaching: Le Differenze
Psicologia
Scienza che studia il comportamento e i processi mentali. Comprende diversi ambiti, dalla psicologia clinica alla psicologia dello sport.
Psicoterapia
Trattamento che aiuta le persone a superare traumi, disturbi psicologici e difficoltà emotive. Viene svolta da psicologi o medici specializzati.
Psichiatria
Branca della medicina che si occupa di disturbi mentali attraverso diagnosi e trattamento farmacologico, quando necessario.
Coaching
Il coaching è un processo relazionale finalizzato allo sviluppo personale e professionale. Il mental coach aiuta le persone a migliorare la performance, ottimizzare il dialogo interno e gestire le emozioni, senza occuparsi di disturbi psicologici o terapeutici.
4. Il Ruolo del Mental Coach
Il mental coach aiuta sportivi e professionisti in diversi ambiti, tra cui:
- Superare blocchi mentali e limiti autoimposti.
- Gestire le emozioni in modo efficace.
- Migliorare il dialogo interno, trasformando i pensieri limitanti in convinzioni potenzianti.
- Aumentare la concentrazione e la resilienza mentale.
Uno degli strumenti chiave è il patto di coaching, un accordo chiaro tra coach e cliente per definire obiettivi e metodo di lavoro.
5. Il Caso della Squadra di Sitting Volley
Immaginiamo una squadra di sitting volley che fatica a chiudere i set nei momenti decisivi. Gli atleti sentono la pressione, commettono errori e perdono fiducia.
Come interviene il coaching?
1. Analisi del blocco mentale: identificare la causa del problema (paura di sbagliare, tensione, pensieri negativi).
2. Strategie di gestione: esercizi di respirazione, visualizzazione e ancoraggi positivi.
3. Ristrutturazione mentale: sostituire pensieri limitanti con convinzioni potenzianti.
4. Focus sul processo: anziché pensare alla vittoria, il team impara a concentrarsi su ogni azione singola.
Dopo alcune sessioni di coaching, la squadra gestisce meglio la pressione e chiude i set con maggiore sicurezza.
6. Il Metodo di Coaching: un approccio specifico
Il metodo ha le seguenti caratteristiche:
- Specifico: personalizzato per l’atleta o il professionista.
- Integrato: combina diverse tecniche per un approccio globale.
- Processo relazionale: la relazione coach-coachee è centrale.
- Attivo: il cliente deve mettersi in gioco.
- Basato sul patto di coaching: obiettivi chiari e metodo condiviso.
- Focalizzato: lavoro mirato sulla performance.
- Coachability: anche il coach si impegna a migliorare il proprio metodo.
7. Il Coaching Come Branca della Psicologia
Il coaching si basa su concetti psicologici come la gestione delle emozioni, il dialogo interno e la resilienza mentale. Per questo, dovrebbe essere riconosciuto come una branca della psicologia, con un ruolo ben definito nel miglioramento della performance e della qualità della vita.
Un riconoscimento ufficiale avrebbe molti benefici tra cui:
- Dare maggiore credibilità alla professione tramite l’analisi dei case studies
- Creare standard formativi più chiari.
- Offrire strumenti basati su evidenze scientifiche e l’applicazione delle conoscenze multidisciplinari.
8. Conclusione
Il coaching ha radici profonde nella filosofia e nella psicologia. E’ uno strumento potente per aiutare a superare i propri limiti e raggiungere il massimo potenziale. E se fosse finalmente riconosciuto come una vera e propria branca della psicologia?